Dante, il film di Pupi Avati, è un servizio culturale per ricordarci determinate cose, un film necessario, dalla regia inconfondibile, una cura dei particolari – tecnici, artistici e di contenuto – come se ne vede poca nel cinema contemporaneo.
Dante, nel 2022, è un’esperienza che chiede di non essere giudicata banalmente bella o brutta, ma di farci rapire dalla suggestione di quei luoghi, di quel tempo lento, di quelle immagini, di quella poesia.
Chissà se un giorno ci si accorgerà che c’è un percorso ben preciso nella filmografia di Pupi Avati, e non soltanto argomenti apparentemente sconnessi. Sento un legame profondo per esempio tra Dante, le jazz band e le condizioni del Novecento italiano.
Buona visione di “Dante”