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Diretto e interpretato da Paolo Tibaldi, con la partecipazione del piccolo Vittorio Anselma
L’Alta Langa del Novecento è una terra aspra, povera, densa di passioni assolute e ironie crudeli. I soldi e la loro assenza, l’attività degli scommettitori, l’amore, la sopportazione e la morte conquistano il cuore e la mente di un ragazzino nei suoi normali giorni di vacanza.
Eccezionale osservatore, intercetta Storie di personaggi quasi sempre soli e di nemici difficili da contrastare: una spietata Madre Natura che talvolta si identifica con l’essere umano e lo sottopone indifferente alle sue leggi.
Quella scoperta dell’epos contadino plasma Beppe Fenoglio che tornerà più volte in quei luoghi e attraverso una letteratura intrisa di simboli, restituirà le sensazioni di quel bambino, io narrante e motore vivo degli accadimenti.
È colui che, in silenzio, intuisce la disperazione di un padre e si mette in azione; è l’ausilio narrativo su più piani del folle di Gorzegno; è testimone delle vicende leggendarie di Paco; è l’amico estivo dello sventurato Superino.
Tutti i secoli della mia infanzia è un quadro letterario, personale e sociale.