Un concerto-spettacolo del racconto di J. Giono,

con PAOLO TIBALDI – attore

e con

ANTONELLO MAZZUCCO – trombone

ERCOLE CERETTA – tromba

DEVID CESTE – flicorno

dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

 

L’uomo che piantava gli alberi (L’homme qui plantait des arbres), è un racconto allegorico di Jean Giono, pubblicato nel 1953.

È la storia di un pastore (poi apicoltore) che, con impegno costante, riesce a riforestare da solo un’arida vallata ai piedi delle Alpi nella prima metà del XX Secolo.

Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.

Elzéard Bouffier, solitario pastore ritiratosi sulle montagne in quell’antica regione delle Alpi che penetra in Provenza, agli inizi del Novecento inizia una segreta attività, piantando col suo bastone appuntito migliaia di ghiande.

 

In un’epoca di guerre e distruzione, l’uomo si dimostra ancora capace di generare la vita, anche con gesti semplici.

Un racconto che parla di attaccamento alla vita e ritorno alla natura, la ricerca della felicità collettiva, l’apprezzamento per un lavoro onesto, silenzioso e solitario, per una fatica generosa e libera, per uno sforzo tenace che lascia traccia; tutte cose che fanno pensare che la condizione umana, malgrado tutto, sia ammirabile: da essa può nascere un’opera degna di Dio.

 

Si può leggere questo racconto su più livelli: dalla simbiosi con la natura, al significato e valore di società, sino all’altruismo gratuito e alla perseveranza a lungo termine.