Abitare il Piemontese nasce nel 2015 dall’idea di Paolo Tibaldi, attore e narratore di questo territorio. L’iniziativa si sviluppa in diverse forme: dalle bustine di zucchero di Pinin Pero, alla rubrica su Radio Vallebelbo; dai social network, al settimanale Gazzetta d’Alba… fino a diventare una consolidata e riconosciuta narrazione sulle tradizioni popolari. Ognuna di queste vuole condividere il piemontese e la piemontesità come modo di pensare, vivere, lavorare, sognare, nutrirsi e, solo infine, parlare.
Perché si dice “piemontesi falsi e cortesi? A Chambery, capitale dei Savoia, vi erano i Trovatori Cortesi, suonatori che allietavano la corte con musiche e canti di ottimo livello. Quando la Capitale fu trasferita a Torino, i menestrelli piemontesi non erano al livello dei predecessori; vennero così ribattezzati falso-cortesi…
Attraverso alcune determinanti espressioni e aneddoti legati a esse, il progetto propone che non sia mera adorazione della cenere, ma custodia di un fuoco vivo. Ovunque ci sia una società umana, lo spirito irrefrenabile di comunicare si manifesta: sotto gli alberi, nei piccoli villaggi, sui palchi dei teatri, nelle metropoli internazionali, in aperta campagna, attorno al tavolo di una cucina. Lo spettacolo ha un taglio di narrazione orale, spaziando tra momenti umoristici e altri più emotivi, attraverso l’esilarante aneddotica legata ad alcune espressioni, talvolta di carattere storico-etimologico, fino a toccare corde decisamente emozionali. Tutto è volto all’indagine – tra ingegno e sentimento – della forma mentis tipica della civiltà piemontese, anche messa in parallelo con altre civiltà; una sorta di specchio riflesso, dacché il pubblico si riconosce nei tratti sociali delineati nella narrazione.
Sarà una buona occasione per trascorrere un tempo suggestivo con un contenuto che diventa costruttivo. Il privilegio è non dover inventare nulla di nuovo, ma dare anzi una veste nuova a qualcosa che esiste da chissà quanto… doveva soltanto tornare alla luce!!
La comprensibilità è garantita a qualunque pubblico, anche di origine non piemontese.
Durata: 90 min.